1. Aver cura di noi: coordinamento fra partner
Pur avendo chiaro funzioni e responsabilità di governo e gestione, l’organizzazione garantirà la partecipazione democratica dei partner alle diverse sedi decisionali di indirizzo, programmazione e valutazione, aumentando così il senso di appartenenza di ogni attore e per stabilizzare legami e collaborazioni come condizione fondante della sostenibilità del progetto. Anche per evitare il rischio di perdere i livelli di condivisone e integrazione responsabile e partecipata, anche sul piano emozionale e di investimento. Un lavoro che garantirà alla partnership di essere vissuta come luogo democratico e attento alla crescita collettiva, all’esterno non come “rete di interesse” ma come insieme organizzato e ben funzionante di culture, professionalità e investimenti.
2. Che voto ci diamo: valutare l’efficacia
La valutazione di impatto diventa essenziale per misurare non solo l’efficacia delle azioni realizzate, ma anche per definire se i saperi che da esse derivano possono diventare materiale privilegiato per la definizione di metodi operativi replicabili a livello locale e anche per l’elaborazione di indirizzi e proposte di policy nazionale.
3. Essere presenti a se stessi: ritrovare identità e relazioni
In tutte le attività, le dimensioni della bellezza e dell’ascolto delle aspirazioni sono considerate elemento chiave per generare presenza, protagonismo, recupero dei legami tra la scuola, gli alunni e le loro famiglie.
4. Fare alleanza: condividere metodo di lavoro e operatività
Azioni di co-costruzione di presidi ad alta intensità educativa, per fare della rete un’alleanza di senso, curando le relazioni e i legami, anche affettivi, tra partner, con anche la sottoscrizione formale di un patto di impegno e condivisione su finalità e metodi.
5. I mattoni della scuola sono le relazioni
Azioni per co-costruire un nuovo patto educativo
6. Io ci sono e sono pubblico: essere cittadini attivi
L’attivazione di percorsi di conoscenza e coinvolgimento concreto su appartenenza, diritti, doveri, responsabilità e partecipazione ha come obiettivo la formazione, l’orientamento e l’operatività, per alunni e famiglie, intorno ai temi di cittadinanza attiva e relazione positiva con lo spazio pubblico. Per recuperare così un’identità centrata sul sentirsi cittadino che non si limiti alla delega della propria rappresentanza ma recuperi la bella presenza.
7. La bella didattica: creare percorsi didattici innovativi
La metodologia di tutte le attività sarà basata su cooperative learning, peer education, role play e sulla creazione di un clima di lavoro empatico. Le attività forniranno alla scuola strumenti di contrasto alla marginalizzazione, alla dispersione e al disagio scolastico e culturale.
8. Le famiglie presenti: stare insieme
La presenza delle famiglie è indispensabile per il successo degli interventi contro la dispersione scolastica e a favore di un legame positivo tra figli e scuola. Il progetto propone azioni tese a favorire l’”autoriflessione” in merito alla relazione genitori/figli/scuola, sostenere il recupero e il rinforzo delle risorse e delle competenze genitoriali, costruire uno spazio che faciliti la partecipazione attiva ai processi educativi e nel contesto scolastico/sociale.
9. Mi metto in gioco: aggiornarsi e contaminarsi a vicenda
In una complicata relazione tra scuola e mondo del lavoro, tra domanda e offerta, la disponibilità ad aggiornare le pratiche, a uscire dai setting tradizionali e a essere aperti alla contaminazione reciproca diventa punto di partenza indispensabile per tutti gli attori in campo: la scuola, gli studenti e le loro famiglie, il mondo delle imprese.
10. Narrazioni e megafoni: da attività a laboratori
Il progetto ha tra le sue finalità quella di trasformare le attività in laboratorio per la produzione di pratiche innovative e proposte Associazione A Voce Alta.
11. Ripensare i luoghi: saldare il legame identitario con il contesto
Connettere l’innovazione delle didattiche al recupero di un legame identitario ed emozionale con il contesto di vita significa promuovere una relazione positiva tra alunni, famiglie e spazio pubblico, come pre-condizione per la costruzione di una comunità davvero educante alla cittadinanza attiva. Le attività proposte, inoltre, si pongono come interventi di cambiamento personale e sociale, attraverso una metodologia che, in coerenza con l’offerta formativa delle scuole coinvolte, preveda accoglienza, scambio, valorizzazione delle risorse, rendendo alunni, genitori e docenti protagonisti del cambiamento.
12. Strada facendo: promuovere competenze e talenti, dentro e fuori la scuola
Tutte le attività mirano a ridurre le distanze tra scuola e studenti più in difficoltà, creando connessioni e coerenza, nella percezione dei ragazzi, tra vita, studio e desideri.
13. Tenere la rotta: monitorare il progetto
La complessità del progetto obbliga a navigare in mare aperto, fuori dai porti sicuri, ma al tempo stesso limitanti, dei protocolli tradizionali dell’intervento scolastico educativo. “Tenere la rotta”, dunque, è fondamentale per valutare in itinere sia la coerenza tra piano di azione, tempi e risultati attesi, sia la capacità del progetto di impattare sul contrasto della povertà educativa. A tal fine si predisporrà la progettazione e messa in opera del sistema di monitoraggio del progetto.