Scarabocchi. Il mio primo festival
Spontanei, indipendenti, liberi. Sono gli scarabocchi, parole mal scritte, illeggibili, che ricordano delle macchie, segni strampalati e casuali. I bambini scarabocchiano quando non sanno scrivere o tentano di imitare la grafia dei loro fratelli più grandi, ma anche gli adulti lo fanno, magari sovrappensiero mentre sono intenti in altro.
Gesto semplice e schietto capace di sfuggire al controllo della mente, lo scarabocchiare è ricco di significati inattesi, indagati in un festival per bambini, bambine e famiglie, ideato e realizzato dalla Fondazione Circolo dei lettori e dalla rivista culturale doppiozero, patrocinato dalla Città di Novara.
In programma laboratori per bambini e bambine (dall’immaginazione può nascere qualsiasi cosa); laboratori per adulti (quando non è importante l’età che hai, ma solo la voglia e la curiosità che ci metti), laboratori per tutti (farlo insieme è più bello), laboratori per le scuole; lezioni (incontri per riflettere e ragionare insieme sui segni che lasciamo, sui grandi maestri dello “scarabocchiare”, sulle tecniche e sui significati); i luoghi del fare (all’aperto, nel cortile del Broletto, laboratori e attività continuative per i più piccoli, con macchine, stampati 3D, bioplastiche, piatti e pennarelli).
Le edizioni
2024 | Facce visi volti
Facce visi volti: tre parole diverse per indicare la nostra visione dell’altro. Facce si riferisce direttamente all’azione del “fare”; visi indica l’aspetto dell’apparire e anche dell’immaginare; volti riguarda l’atto stesso del vedere. Noi guardiamo gli altri mobilitando innumerevoli aspetti del nostro carattere e, da quando abbiamo inventato lo specchio, ci guardiamo come se fossimo un altro. L’alterità è uno degli aspetti fondamentali della relazione umana. Un festival dedicato prima di tutto al disegno: laboratori per bambini e adulti, e incontri per scoprire con le mani e con gli occhi
tanti aspetti: io, noi, essi.
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2023 | Guardare, immaginare, ricordare
Quest’anno è il centenario della nascita di Italo Calvino, uno degli scrittori più conosciuti e amati dai lettori di tutto il mondo, non solo adulti, ma anche e soprattutto ragazzi. La sua trilogia araldica – Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente – è sin dagli anni Cinquanta letta nelle scuole da un pubblico molto ampio di studenti. Per non parlare di Marcovaldo, personaggio che i bambini incontrano alle elementari e che li accompagna per un tratto importante della loro iniziazione alla lettura. Calvino ha cominciato come disegnatore, inviando alcune tavole con parole al giornale satirico “Bertoldo” nel 1940 e ha conservato un’attenzione particolare agli aspetti visivi in tutta la sua opera, sia in quella narrativa che in quella saggistica. Per questa ragione la 6. edizione di Scarabocchi è dedicata a lui e numerosi sono gli incontri e i laboratori proposti, dalla trilogia già citata a Il castello dei destini incrociati a Palomar e Le città invisibili. Il disegno, la fotografia, l’immaginazione e la memoria sono i fili conduttori di un’edizione ricca e che coinvolge, come da tradizione del festival, grandi e piccoli.
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2022 | In gioco: figure e parola
La parola gioco ha due diversi significati e due diverse origini. Viene dal latino iocu che significa propriamente «gioco di parole, facezia», ovvero l’elemento dello «scherzo»; poi c’è la parola ludu, che è quella che usiamo comunemente come aggettivo – ludico – che significa «gioco in azione». Parola e azione sono i due aspetti preponderanti del gioco. Nel progettare la nuova edizione di Scarabocchi. Il mio primo festival abbiamo tenuto conto di questi due significati. Ci sono incontri in cui l’aspetto della parola ha la sua prevalenza, e altri in cui è l’azione ludica a dominare.
Il festival giunto alla sua 5. edizione conferma la sua vocazione a tenere insieme incontri parlati e laboratori di attività, incontri per bambini e ragazzi e quelli per adulti, che insieme compongono il pubblico privilegiato della nostra festa che si tiene come ogni anno a Novara negli spazi del Broletto, nel suo grande cortile e nelle stanze dell’antico palazzo.
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2021 | L'albero
I due grandi temi che hanno occupato i nostri pensieri e le nostre immaginazioni in questo anno e mezzo di pandemia: il corpo e la Natura. Il corpo perché i nostri corpi di bambini e di adulti erano esposti al rischio del contagio, della malattia e persino della morte. Poi subito dopo il pensiero è andato alla Natura intorno a noi, alle nostre città inquinate, all’aria che respiravamo, al bisogno di ritrovare un equilibrio con tutto ciò che non è un prodotto dell’uomo e del suo lavoro.
La Natura, di cui siamo parte, ha nell’albero un simbolo infantile intramontabile ed eterno. Così dopo l’anno scorso, in cui abbiamo concentrato sul tema del corpo la nostra attenzione nei laboratori del festival, quest’anno ci concentriamo invece su questo tema.
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2020 | Corpi
Nei mesi di lockdown e di lontananza forzata abbiamo sentito l’esigenza di manifestare il nostro corpo, di farlo incontrare con quello degli altri. Ora è arrivato il momento di rimettere i corpi al centro, con tutte le cautele necessarie: il corpo dei bambini e dei genitori, il corpo degli artisti, il corpo della città e quello dei suoi spazi aperti.
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2019 | Scarabocchi e animali
La stessa parola, “scarabocchio”, contiene in sé tracce animali: il linguista Giacomo Devoto vi vede l’incrocio tra escharbot, “scarafaggio”, e scarabèo, per via della forma che hanno di solito gli scarabocchi, ovvero l’impronta di uno scarabeo. Anche per questo, il filo rosso che unisce gli appuntamenti della seconda edizione del festival è proprio l’indagine sui movimenti “animali” degli scarabocchi e le forme bizzarre che creano.
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2018 | Scarabocchi
Cosa sono esattamente gli scarabocchi? Il ponte che unisce disegno infantile e scrittura adulta? Casuale e malfatto, lo scarabocchio sfugge al controllo della mente, è un atto involontario che produce una forma distratta, chiave d’accesso al mondo interiore del bambino che l’ha prodotta ma anche dell’adulto che ha tracciato dei segni sul foglio, magari sovrappensiero, mentre è intento in altro. Lo scarabocchio è un filo ingarbugliato che unisce e ricorda ai grandi la propria età bambina.
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